Tassa di soggiorno: un comune su 5 la applica, ma genera introiti
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Direttore: Alessandro Plateroti

Tassa di soggiorno: ecco i pochi comuni che la applicano e quanto genera

Vacanze in Italia Atrani, Costiera Amalfitana, Campania

Nonostante sia adottata solo dal 22% dei comuni aventi diritto, la tassa di soggiorno frutta quasi 775 milioni di euro annualmente.

La tassa di soggiorno, adottata solo da una minoranza dei comuni italiani, continua a generare significativi introiti. Nel 2023, questa imposta ha prodotto un gettito complessivo di circa 775 milioni di euro, con una prevalenza nelle regioni del Nord e del Centro Italia. Con il possibile ampliamento della sua applicabilità a tutti i comuni, ci si interroga su come potrebbe evolversi il panorama delle entrate locali. La Valle d’Aosta è la regione con il tasso di adozione più alto, mentre Corvara spicca per il maggior introito pro capite.

euro e calcolatrice

La tassa di soggiorno in Italia

Nel 2023, solo 1.268 comuni italiani, pari al 22% degli aventi diritto, hanno applicato la tassa di soggiorno. Questo dato emerge da un’elaborazione del Centro studi enti locali su dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef), Banca d’Italia e Istat. Attualmente, la tassa è imposta da capoluoghi di provincia e comuni inclusi negli elenchi regionali delle località turistiche o delle città d’arte, oltre a quelli nelle isole minori. Nonostante la possibilità di estendere l’esigibilità a tutti i comuni sia in discussione, molti comuni esitano ad adottarla temendo che possa scoraggiare i turisti. La tendenza è però in crescita: rispetto agli anni precedenti, il numero di comuni che hanno introdotto la tassa è aumentato costantemente.

Disparità regionali nell’applicazione

Le regioni italiane mostrano una significativa variabilità nell’adozione della tassa di soggiorno. La Valle d’Aosta è la più rigorosa, con l’80% dei comuni aventi diritto che la impone, seguita da Toscana (61%) e Liguria (54%). Al contrario, il Molise è rimasta l’unica regione “tourist tax free” fino al 2023, con l’introduzione dell’imposta solo nel comune di Campobasso, che ha optato per la tariffa più bassa tra i capoluoghi regionali. La distribuzione del gettito riflette queste differenze regionali: l’Italia centrale, con città d’arte come Roma e Firenze, guida la classifica per volume di entrate, mentre il Sud e le Isole registrano i valori più bassi.

Il caso di Corvara e gli introiti pro capite

Sebbene le grandi città d’arte generino la maggior parte del gettito assoluto dalla tassa di soggiorno, il quadro cambia quando si considerano gli introiti pro capite. Corvara di Badia, un comune montano della provincia di Bolzano, emerge come il leader in termini di gettito per residente, con 1.448 euro per abitante, rispetto a una media nazionale di soli 26 euro. Anche altri comuni della provincia di Bolzano, come Selva di Val Gardena e Avelengo, dominano la classifica pro capite. Questo evidenzia come alcune località minori, grazie alla loro forte attrattiva turistica, riescano a trarre notevoli benefici economici dall’imposta, utilizzando le entrate per sostenere le infrastrutture locali e migliorare i servizi ai visitatori.

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ultimo aggiornamento: 27 Agosto 2024 15:12

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